diario da Città del Messico. Colerosi

“Ad Haiti ci sta IL COLERA. ci stanno la gente che muoiono di colera!!” Questo gridano i giornali di mezzo mondo, leggendo le agenzie che vengono da quel buco del culo antillano dimenticato nel corso di questi nove mesi, in cui tutti abbiamo avuto ben altro a cui pensare. In Italia per esempio ci hanno messo due giorni in più del resto del mondo a riportare la notizia sui giornali. Erano tutti troppo impegnati a comprare i biglietti del pullman per Avetrana, per andare a vedere i “luoghi dell’orrore” della “povera Sarah S(ti)cazzi” crepata per mano di zio e cugina.

Allora mentre stavo onlain a prenotare un volo comitiva Città del Messico-Avetrana, nell’attesa del pagamento con carta di credito, ho sfogliato le pagine dei giornali e ho visto che ad Haiti si muore di colera. Dice che ci so stati tipo ducento morti. Lo dice il presidente (ah, perché ad Haiti c’hanno pure il presidente? ah non… non pensavo). Siccome il pagamento è un po’ lento (ao, c’ho pur sempre una connessione messicana) e non mi si aprono le foto di Sarah e Sabrina e Michele e Mariangela, allora vado un attimo su uichipedia a vedere che cazzo è sto colera. a un certo punto dice “Il batterio si trasmette per via oro-fecale, tramite l’ingestione di acqua o cibi contaminati da esso. I molluschi, a causa della loro azione filtrante, sono in grado di accumulare al loro interno un buon numero di vibrioni, costituendo, così, un buon mezzo d’infezione qualora siano consumati crudi o poco cotti.”

Orofecale. mi viene in mente la parodia della allora ministra Fumagalli Carulli “Simpson” in un programma della Dandini degli anni 90′. Lei spiegava che si chiamano rapporti OROGENITALI perché i rapporti con i genitori sono d’oro!

ecco. Orofecale vuol dire che mangiarsi la propria (o altrui) merda infetta è d’oro. fa bene. Poi in un ulteriore attacco di noia mi chiedo. Ma come? Ma chi è che si mangia la merda? Dai, seri, come fanno? Cioè, come? In che senso? dai, vabbè che so negri quelli a Taiti, ma che schifo, no?

Non mi riesco a capacitare che una cosa tipo sto famoso colera gli viene alla gente. Ancora oggi. Maddai, non l’avevamo debellato? Ma poi Haiti non era risolto tutto? so passati mille mesi, te pare che ancora questi rompono le palle?

Però sta cosa de colera me suona, già l’avevo sentita… non mi ricordo esattamente, ma già l’ho sentita. Soprattutto st’accoppiata negri-colera mi suona tantissimo… Mentre si carica la pagina del video girato dalla madre di Sarah mentre lo zio e il cane la stupravano e la cugina si masturbava guardandoli e brunovespa si masturbava guardando il cane vado a recuperare un vecchio post su Haiti. Questo. Un altro me all’epoca scriveva “Tra qualche giorno una dottoressa che viene dal Cile a riconoscere i cadaveri negli hotel mi dirà che la malaria e il colera si trasmettono bevendo acqua infetta con gli umori dei cadaveri lasciati per strada. Ma questo adesso ancora non lo so. E non ho ancora visto il sorriso stanco di questa donna mentre cerca di spiegarmi l’orrore. Per cui per me sono solo persone che si procurano l’acqua in questo primo pomeriggio torrido di Haiti. Sono passati poco meno di tre giorni dal terremoto e non si cammina per la strada.”

E allora va da sé che mi ricordo pure di questo. dove lo stesso stronzo di prima scriveva: “Parlando con un’amabile e bionda dottora americana della Florida che è venuta a amputare arti ad Haiti, la pratica più comune tra i suoi colleghi che si trovano davanti fratture esposte incancrenite come se piovesse e hanno a disposizione solo cartone e garza per ingessare o le seghe circolari di prima per amputare, discuto sul problema malattie, e lei sostiene che no, non c’è un vero pericolo epidemie. Certo, a meno che la gente non si metta a bere l’acqua infetta inquinata da monnezza e liquidi corporei fuoriusciti dai cadaveri. La guardo basito. Ma cosa cazzo credi che stia facendo la gente lì fuori? Ah, dice lei, magari gli haitiani lo fanno che c’entra? Ah, scusa infatti sono una minoranza gli haitiani che stanno terremotati ad Haiti. Scusa, so stronzo io!”

Ora, non è per fare il fico e dire “io l’avevo detto”, però l’avevo detto. E non solo io. Perché se l’avessi detto io non vorrebbe dire un cazzo. Il problema è che lo sapevano un po’ tutti, che si poteva prevedere, che magari invece di fare un’occupazione militare e poi scordarsi di questi poveracci si poteva fare qualcosa in più per migliorare le condizioni dell’acqua. Ah, perché dimenticavo di dire che non è che questi sono stronzi che si mangiano la loro (o altrui) merda. È che l’acqua che hanno a disposizione è infetta. È piena di merda, in senso letterale. E quindi alla lunga diventa quasi inevitabile che si piglino il colera. E se uno si legge uichipedia, essa ti dice pure che la malattia si manifesta nel 20% degli infetti. E che degli infetti il 40-50% crepa. Io mi aspetterei altri morti. Da ammucchiarsi sulle centinaia di migliaia che già ci sono stati.

Ora finalmente mi si è aperta la pagina dei fedeli di Padre Pio che insieme a un circolo di Forza Italia (so che non esiste più, ma io sono retrò) di Monza hanno organizzato 17 pullman per la “casa degli orrori” comprensivo di pranzo al sacco con Anna Maria Franzoni, quindi non ho più tempo per pensare a questi “colerosi terremotati”. Del resto diciamoci la verità. Ma a noi che cazzo ce ne frega?

Ah. Ho visto il video quello di vespa. Da paura!

diario da Città del Messico. Carmilla.

http://www.carmillaonline.com/archives/2010/10/003644.html#003644

diario da Città del Messico. i baffoni

Sono passati quattro anni. Quattro anni di pazienza, di tanta frustrazione, di dolore consumato nel privato di case dai muri colorati. Ci sono voluti quattro lunghi anni, in cui il Messico ha perso quasi trentamila dei suoi figli in una guerra al narco (ora guerra al crimine organizzato), che non sembra dare risultati apprezzabili. Sono passati quattro anni che hanno visto vincere l’Italia in un mondiale di calcio e farle fare una figura patetica. Ma dopo tutto questo tempo finalmente l’orgoglioso popolo messicano ha ottenuto lo scalpo di cui aveva bisogno. Perché come tutti sappiamo la vendetta è un piatto che va gustato freddo (gustato?).

Tiziano Ferro è frocio. Ok, dov’è la notizia? No, infatti non c’è nessuna notizia, lo sapevamo tutti da molto tempo. Però ora lui l’ha confessato, è uscito dall’armadio, l’ha dovuto ammettere davanti a tutti. E tu dici, vabbè e sticazzi, il mondo è pieno di froci, mo non è che sei più bravo se ora ti piace il cazzo. A me poi Tiziano Ferro m’è sempre piaciuto, per esempio, non c’era bisogno di essere frocio per avere la stima degli altri.

Comunque il Messico quel giorno si è svegliato con una felicità incontenibile nell’aria, come quando arriva la primavera e tu hai voglia di amar tutti. Tiziano ha ammesso e i  messicani ora godono come pazzi. Non gli era proprio andata giù quella dichiarazione così irrispettosa del nostro cantautore di Latina, quattro anni fa. Si era permesso di prendere in giro l’orgoglioso popolo messicano, affermando che le donne in Messico sono brutte e hanno i baffi. Per anni in questo paese quasi non si è parlato d’altro. Di punto in bianco gli italiani sono diventati tutti stronzi agli occhi dei messicani, perché Tiziano Ferro aveva insultato le loro donne. Che peraltro in molti casi effettivamente sono delle baffone da competizione.

E allora daje de prime pagine di giornali popolari con la foto di Tiziano e il titolo ironico: A Tiziano…Fierro! alludendo al membro maschile (il fierro appunto), nuova passione del cantante che ha deliziato milioni di noi. E poi nelle pagine interne : Confiesa Tiziano Ferro su gusto por bigotones.

Perdio, confessa il tuo gusto per i baffoni, maledetto frocio. Questo nel paese che comunque ha legalizzato il matrimonio tra omosessuali nel Distrito Federal, la capitale coi suoi 25 milioni di abitanti.

È che sono dei rosiconi. La verità è questa. E per la prima volta dopo mesi comincio a sviluppare un astio strano nei confronti di questo paese e dei suoi abitanti. Sarà perché pochi giorni fa ho assistito a un’assurda sparatoria in mezzo alla strada, o perché mi ritrovo a combattere (senza alcuna speranza di avere la meglio, ovviamente) contro la burocrazia malata dell’ufficio immigrazione. Però ultimamente li sopporto sempre meno i messicani. E ora che si accaniscono su Tiziano, perché ha avuto il coraggio di rivendicare la sua preferenza sessuale non riesco più a capire questo paese.

La prima pagina per gioire del fatto che Tiziano Ferro è frocio. Ma con tutte le cose che ci sono da dire, le porcate da smascherare, le ingiustizie a cui opporsi, tu trovi la tua fonte di gioia in questo fatterello. Come con il 15 settembre.

Ecco, a proposito, dato che il Messico è un paese dove lo sport conta, come confermano le valanghe di medaglie olimpiche vinte negli ultimi anni, il Governo Federale (maiuscolo per scherzo) ha organizzato un evento goebbelsiano: il Festival Olimpico Bicentenario (sic).

Tralascio l’insopportabile utilizzo propagandistico della parola “bicentenario”, che quest’anno ha giustificato qualsiasi tipo di nefandezze proposte dalle istituzioni (tra le più corrotte del sistema solare). L’evento consisteva, niente meno che nell’allestire una lunga serie di campi sportivi e piscine per tre giorni lungo il Paseo de la Reforma, una delle arterie principali della cittá, lunga decine di chilometri e che attraversa il centro. Quaranta milioni di dollari per allestire un circo di tre giorni. Volevo andare a vedere come si fa a costruire una piscina per i tuffi sul Paseo de la Reforma, ma siccome i messicani sono gente strana, magari non fanno nessuno sport per tutta la vita (infatti i bambini messicani sono tra i piú obesi della galassia), peró se c’é Michael Phelps che si fa pagare un gettone di presenza di 200mila dollari, allora tutti diventano sportivi e vanno in massa a vedere l’olimpiade bicentenario. Bloccando la cittá.

In questo scenario apocalittico, in cui migliaia di corpi sudati si strusciano per fotografare un campione di nuoto straniero al bordo di una costosissima e squallida piscina montata in mezzo alla strada, si consuma la tragedia di un paese che non sa proprio dove andare, e che quindi preferisce non guardare e farsi drogare con il circo.

Intanto io mi faccio crescere i baffi e cerco di riderci sotto, per non piangerci, per mimetizzarmi tra la folla, eventualmente per rimorchiare, hai visto mai Tiziano Ferro passasse da queste parti.

Solo che pensavo a quanto é inutile farneticare, credere di stare bene quando é inverno e te, togli le tue mani calde, non mi abbracci e mi ripeti che son grande, mi ricordi che rivivo in tante cose…nananana. Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale, che anche se non valgo niente perlomeno a te ti permetto di sognare e se hai voglia, di lasciarti camminare scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare ma vuoi dirmi come questo può finire?

Non melo so spiegare

Io

Non me lo so spiegare.

p.s. ha da vení Baffone!!