diario da Zihuatanejo. finalmente il mare

dalla mia terrazza
dalla mia terrazza

Ed ecco qua che dopo un po’ di giorni di riflessione ricompare il radical shock. Stavolta per rompere un po’ le palle a tutti coloro che sono costretti in una città. Dopo più di un anno di assenza, il Vostro rimette piede su una spiaggia e rivede il mare.

La sensazione di uscire dalla Città del Surrealismo è quella di togliere la testa da dentro una busta di plastica dopo parecchi minuti di asfissia.

La ricetta è semplice. Si dà fondo a gran parte dei propri risparmi, si prenota un aereo che in 45 minuti porta sulla costa del Pacifico, nella baia di Zihuatanejo, a nord di Acapulco, per capirsi. Si mischia con una bella prenotazione in un hotel a picco sul mare con terrazza, amache, buganville, ventilatore, wifi, tricchettracche e bombe a mano. Da vero pappone.

Si shakera fino ad ottenere un pomeriggio passato in spiaggia su un lettino sotto una palapa, con una birra ghiacciata nella destra e un romanzo poliziesco di un noto autore svedese che va per la maggiore nella sinistra.

Servire a temperatura ambiente.

Mi sento un vero pappone.

Nel pomeriggio il mio compare ha avvistato un coccodrillo di tre metri sulla spiaggia, ma io ero intento a farmi una pennica sotto il sole, per cui credo che dovrò aspettare domani per poter vivere queste emozionanti avventure estive di inizio ottobre.

Il godimento sta nel fatto che la gran parte di chi mi legge ora si trova all’inizio dell’autunno, in Europa, a sgobbare. Questa piccola vendetta deriva solo dal fatto che il sottoscritto ha passato l’estate appresso a golpisti in centroamerica o sotto la pioggia battente di una Città del Messico opprimente, mentre tutti godevano delle meraviglie del mediterraneo e dell’estate romana.

Lungo la spiaggia o direttamente in mare poi si viene raggiunti da sordidi figuri che di lavoro ti offrono qualsiasi cosa: allora abbiamo la barca. domani possiamo partire alle sette di mattina (ALLE SETTE DI MATTINA IN VACANZA? MA TU SEI PAZZO??) per andare a pescare. poi se ti va possiamo fare snorkeling. Ti garantisco pesca sicura. tonni, merlin. quello che ti pare. Oh poi se ti piace abbiamo dell’ottima marijuana. ti piace la marijuana? te sei uno che legge. bravo. ti ho visto che leggi. ti rilassi. una bella canna non ti va? poi abbiamo delle belle ragazze. come le vuoi? con 5000 pesos ti porto delle femmine che te le ricordi. Oh, ma se ti piacciono i ragazzi abbiamo anche quelli. basta che mi fai un fischio. tanto sto qua. c’ho la moto d’acqua, il gommone, il paracadute, il bananone, le femmine, la droga, il pesce, cena sulla spiaggia.

Stordito torno alla mia birra e mi rimetto a leggere. Oggi nun me va proprio de fa un cazzo. Me stanco pure a pensare a tutte ste possibilità.

L’aria è dolce. Il tramonto sul golfo è di quelli che vorresti condividere con tutte le donne della tua vita insieme. Invece me lo tengo tutto per me. Anzi ne metto un pezzetto su sto blog.

Mi preparo a questa settimana con l’usuale spirito critico che contraddistigue questo blog. E terrò informati tutti.

E pensando a quell’infelice di Vittorio, chiuso in una stanza in un appartamento a Città del Messico, tra smog e pioggia, a due isolati dalla Plaza de Toros il mio godimento arriva alle stelle. Gli mando sms ogni mezz’ora solo per farlo rotolare nella sua inettitudine.

Salute a tutti. Belli, e quel signore!