diario da Città del Messico. la plaza de toros

hilda la torera
hilda la torera

Vivo a pochi isolati dalla Monumental Plaza de Toros. Che poi è anche la plaza de toros più grande del mondo. Qui dentro la domenica ci fanno la corrida. E io non ci sono mai andato.

Il fatto è che cresci con dei sani ideali animalisti, che ti impediscono quasi fisicamente anche solo di pensare di mettere piede lì dentro. E quando poi ti ci trovi tanto vicino dici, no, vabbè, meglio di no, che crudeltà.

Però ci cammino affianco tutti i giorni per andare a Insurgentes a prendere il Metrobus. E lancio uno sguardo alle statue in bronzo di toreri famosi che campeggiano sulle colonne all’ingresso. Con tanto di tori di bronzo.C’è pure Manolete.

Oppure è l’influenza nefasta di Littorio, il toro di cartapesta con cui convivo, che con quegli occhi da bue mi implora di non andare a vedere matar i suoi fratelli.

Però oggi è un giorno speciale. Oggi torean tre donne torere. E io ho fermo il cuore in petto. Non ho timor. Andrò!

Mi accompagno a degli esperti. A delle autorità taurine.

Prima di entrare fermata d’obbligo a mangiare una birria, una zuppa di carne di capra.

Poi l’ingresso in questo mega imbuto con al centro la plaza. Sono un po’ nervoso. Non so se mi piacerà. Non so se soffrirò alla vista di questo spettacolo barbaro e brutale. Mi passa davanti un indù. Tutti ci guardiamo stupiti. Che cazzo ci fa un indù alla corrida? Ma non erano bestie sacre per voi? Forse è un indù critico sul concetto di induismo.

Poi entrano le torere. E tutto l’armamentario di cavalli, aiutanti banderilleros, tricchettracche e bombe a mano.

Ci accomodiamo sulle gradinate di questo luogo sacro. Silenzio.

Entra il toro.

In realtà mi dicono che questi sono “toretti” da 3/400 chili. Per questo si chiama novillada. Sono toreri che ancora non hanno preso la “alternativa”, un po’ come i novizi che ancora non hanno preso i voti, o qualcosa del genere. Comunque di fatto sono tori più piccoli, meno cornuti, ma ugualmente incazzati.

Queste torere mi piacciono subito. I movimenti del torero fatti da una donna sono aggraziati, nobili. Già le amo. Oggi  facciamo il tifo per una in particolare. Si chiama Hilda e ha iniziato a 13 anni a toreare.

Entrano i cavalli. Con sopra dei panzoni con delle lance. Questi panzoni servono per piantare le lance sul groppone del toro. Per ferirlo e farlo stancare. E quello se stanca. Non prima di aver piazzato cornate contro cavallo e cavaliere, che però sono imbottiti.

Finita questa parte entrano i banderilleros, che piantano tre coppie di banderillas sempre sul groppone. Così. Non ho ben capito perché ma gli rimangono piantate fino alla fine.

Infine la terza parte, la faena, dove il torero si porta a spasso la bestia per tutta la plaza e infine gli pianta una spada sempre in mezzo al groppone.

Tre toreras. Sei tori.

Non l’avrei mai detto ma sono entusiasta. Ho sempre pensato che fosse uno spettacolo crudele. Ma è molto di più. È la sfida con una bestia che pesa dieci volte te. È la bellezza dei movimenti. È il coraggio dei toreros che guardano negli occhi un cazzo di toro che se gli parte la brocca e li incorna sono cazzacci loro. E hanno solo il loro drappo, il loro coraggio e la loro spadina.

La seconda torera viene mezzo incornata. Un sospiro nella plaza. Ruzzolone. Si rialza. Si mette a posto. Ricomincia. Applausi. Quando mata il toro tutti tirano fuori un fazzoletto bianco. Anche il giudice. Sei stata brava e ti spetta l’orecchio del toro. Con l’orecchio in mano Lupita fa il giro della plaza. Dagli spalti le lanciano fiori, cappelli, vestiti. Anticamente l’orecchio del toro era un segno di merito. Il torero dopo la faena si presentava con l’orecchio in mano e gli spettava la carne del toro. Se la poteva portare a casa.

Penultimo toreo. Inizia a piovere. La torera in un lago di fango da sola di fronte al toro. Silenzio. La stoccata finale è magnifica. Il toro barcolla. Crolla. L’ultima immagine è l’acqua sotto di lui che si tinge del suo di sangue. E un mare di applausi.

Dei sei tori ne sono usciti solo cinque. Manca l’ultimo ma piove troppo. La pioggia gli ha salvato la vita. Per questa settimana. Tu non lo sai ma t’ha detto de lusso, toro.

Torno a casa carico. Vittorio si è messo in un angolo e mi guarda coi suoi occhi di tortilla implorante. Ho imparato come si fa. Stai manzo moretto, gli dico, che sono cazzi tuoi. Lui continua a guardarmi con sdegno e paura.

Hai le ore contate toro. Olè!