diario da Città del Messico


 

manifestanti contro il golpe
manifestanti contro il golpe

Faccio corrispondenze per una radio svizzera.

Sì, gli svizzeri. Quelli che in un mondo all’incontrario sarebbero sempre uguali perché il contrario di neutro è neutro. Gli racconto del golpe militare in Honduras, dove il presidente Zelaya, latifondista liberale cattolico col sombrero e gli stivali da ranchero è stato destituito ieri mattina dall’esercito e spedito in Costa Rica. È che lui era sì un latifondista dell’oligarchia hondureña, solo che poi inspiegabilmente ha virato a sinistra senza preavviso. E è diventato amico di Hugo Chávez, Fidel Castro, Evo Morales, Daniel Ortega. Gentaglia terrorista direbbero alcuni.

E dunque l’oligarchia ha preso e ha detto, sai che c’è di nuovo, caro il mio Manuel? Che adesso noi ti facciamo un bel colpo di stato militare vecchio stile. Tanto abbiamo lo Zio Sam che ci para il culo. 

Detto fatto, fanno questo colpo di stato. Tutto liscio. Sparano sulla casa del presidente, gli puntano fucili in faccia e attendono che dai “cugini del nord” arrivi l’applauso.

Invece quel negro di Obama cosa fa? Dice, cari amici oligarchi dell’Honduras, io riconosco solo il presidente legittimo che è Zelaya. Rimettete tutto a posto e smettetela di fare i buffoni, se no vi metto in punizione e non vi compro più le quattro banane che esportate. E la vostra economia crolla in due ore. 
Cioè non ha detto proprio così, però questo era il messaggio.

Quindi Barack Obama e Hugo Chávez hanno preso entrambi le parti del povero Zelaya, che ormai alle conferenze stampa compare solo in pigiama, visto che non ha fatto in tempo nemmeno a fare le valigie.

E io racconto questa cosa agli svizzeri cercando di dirla con un accento svizzero che non faccia capire che in realtà sono di Roma. Cerco di alleggerire le B di OBBAMA. Cerco di non strascicare le parole.

Ho fatto il compito. A quanto pare ci sono cascati perché è andato in onda.

Nel frattempo ricevo una risposta da Minimum Fax, a cui ho mandato il manoscritto del mio romanzo. La allego perché è molto divertente e dimostra quanto i radical chic/shock siano dappertutto. 

Ciao Federico,
visto che sei così sicuro che il tuo romanzo è adatto alla linea
editoriale dei Nichel, ti vorrei mettere alla prova? In quale libro
nichel a un certo punto il protagonista si mette a raccogliere lumache
da terra, le mette dentro una bottiglia, se ne prende cura, le colora,
ci scrive sopra alcune lettere dell’alfabeto e poi le dispone tutte in
fila sul marciapiede a formare la domanda “Tu chi sei?”, rivolta a una
bambina muta? E come finisce poi la storia, lei le vede?
Se mi rispondi correttamente inoltro la tua mail al nostro editor di
narrativa italiana, cosa che di solito non faccio, dicendo invece che
non accettiamo manoscritti dall’esterno ma ci appoggiamo al lavoro di
agenzie letterarie, cosa che è vera, tra l’altro.
Saluti
la redazione.

Mi mandano gli enigmi. Le cose sono due. O non avete proprio un cazzo da fare, oppure siete davvero così autoreferenziali da pensare che uno per scrivere in una collana deve per forza conoscere e saper citare tutti i titoli in essa contenuti. 

Sconfortato cerco una provocazione per scatenare la rissa con Littorio. Ma esso per dispetto fa il pacifista e non risponde. 

Io oggi devo menare e pare che in questo cazzo di paese quando vuoi menare non si fa sotto nessuno.

E gli unici che mi assecondano sono degli svizzeri che come sempre riescono a stupire tutti. 

Mi metto a raccogliere materiale per la prossima corrispondenza e cerco su internet il modo di acquisire la cittadinanza elvetica per corrispondenza. Ci saranno lezioni di ticinese, ma posso farcela.

Pota.

3 pensieri riguardo “diario da Città del Messico

  1. Una rapida ricerca su gugol mi fa pensare che il romanzo in questione sia “ll tempo materiale” di Giorgio Vasta.

    Comunque rispondigli così:

    “Le cose sono due. O non avete proprio un cazzo da fare, oppure siete davvero così autoreferenziali da pensare che uno per scrivere in una collana deve per forza conoscere e saper citare tutti i titoli in essa contenuti.
    Se mi rispondi correttamente ti permetto di inoltrare la mia mail al vostro editor di narrativa italiana, cosa che di solito non farei perché invece ti manderei direttamente a cagare”.

    Ah non ti ho detto chi sono ma secondo me lo scopri.

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