diario dalla frontiera tra repubbliche bananere


Recate
Recarte

Oggi è domenica. Giovedì è partita la carovana del tonto, come la chiama un amico. Ma i tonti siamo noi. Accompagnamo Mel Zelaya a fare il suo show alla frontiera con l’Honduras. Col suo cappellone e il megafono ora si presenta ogni giorno alla stampa internazionale continuando a gridare al mondo che lui è il paladino della democrazia nel mondo. Lui. E grida “quien dijo miedo?? Quien dijo miedo?” che da noi si direbbe chi ha detto paura!? ma lo grida nascondendosi dietro ai camion immobili che aspettano da tre giorni di passare quella frontiera. Si nasconde perché non ha paura di niente, ok ma dice che comunque non si sa mai.
Dice un comandante della polizia Nica in pensione che a Mel gli manca una cosa fondamentale, “i coglioni”! Poteva benissimo passare la frontiera, dice il vecchio sbirro sandinista, se avesse avuto le palle, ma pare che ai catrachos gli manchino le palle. Ma queste sono considerazioni campaniliste tra centroamericani.
Quallo che è vero è che molti supporters di Mel che si sono sparati dodici ore di foresta, inseguiti dai cani dell’esercito, per arrivare qua a gridare “Viva Mel”, adesso lo vedono fare il buffone e a loro sì che cominciano a girare le palle (quindi verrebbe meno la teoria del comandante sandinista sui catrachos, che è come si dice hondureños). Sto tira e molla è per mantenere la gente barzotta, ma si sa che se uno sta barzotto troppo a lungo poi je rode. È esattamente quello che succede qua.
Io comunque continuo a farmi nuovi amici e a mangiare gallo pinto. E stasera torno alla civiltà: a Managua. Per il Messico manca ancora un po’.
Il migliore di questi giorni comunque rimane il colonnello Recarte, quello che ha dato la mano a Mel. Ha una faccia buffa, non sembra il solito figlio di puttana militare. Cioè sicuramente lo è, ma almeno fa ridere.
È quello che quando gli abbiamo chiesto scusi tenentecolonnello, abbiamo saputo che ci sono stati morti tra i sostenitori di Zelaya in Honduras, lui ha risposto pacifico con la faccia da bamboccione, io non ne so niente, si dicono tante cose… dicevano che nel 2000 sarebbe finito il mondo, e invece alla fine siamo ancora tutti qua.
Sul serio credo che la comicità innata e involontaria di questa gente sia da ascriversi all’alimentazione. O al caldo umido. Dovrebbero riuscire a sfruttare questo essere dei buffoni e smetterla di cercare di essere seri. Ma chi te crede? Dai! Ma te pensi che messo a fianco a un danese qualcuno di voi ha la minima speranza di non sembrare un pagliaccio?
Mo vado che Mel ha deciso di fa la conferenza stampa numero unmilionequattrocentomilasessanta. Non me la voglio proprio perdere!

3 pensieri riguardo “diario dalla frontiera tra repubbliche bananere

  1. Già, danzando tra i caschi…delle banane, ti seguo caro Fedemast, mi divertono troppo i Giochi delle T-Recarte…
    buon cammino
    doriana

  2. Ao’ !…
    nun resisto, me fai taja’…
    uno che scrive come te ( a sto livello de sincerita’ ) nun l’avevo ancora trovato in giro…

    Buon tutto-best vibes
    Bu

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